ORECCHIO ASSOLUTO E ORECCHIO RELATIVO: COME SI SVILUPPA?

3 Novembre 2022 | BLOG, Insegnanti di musica, Intuito Musicale

E’ meglio avere l’ orecchio assoluto o l’orecchio relativo? Oggi risponderò ai dubbi principali che nascono quando si parla di qualità musicali innate e del loro sviluppo. Leggi questo articolo fino in fondo per avere un’idea chiara di quale sia la differenza tra i due e quali abilità hai bisogno di possedere davvero per comprendere meglio la musica.

1. Cos’è l’orecchio assoluto e quando si sviluppa

La caratteristica principale di chi possiede l’orecchio assoluto è la capacità di ascoltare un suono e dire con precisione il nome dell’altezza assoluta della nota nel sistema del do fisso (cioè il sistema notazionale con cui la maggior parte di noi, in Italia, apprende e ha appreso le basi della musica), senza l’ausilio di un suono di riferimento.

Con l’orecchio assoluto si nasce (leggi fino in fondo l’articolo: daremo anche qualche dato scientifico e le percentuali di diffusione), ma è una qualità innata ben più estesa del semplice riconoscimento sonoro. Ci sono moltissime tipologie di orecchio assoluto, e possono variare da persona a persona: una delle caratteristiche associate più diffuse è la memoria sonora uditiva.

 

L’orecchio assoluto si sviluppa grazie alla presenza di un polimorfismo a singolo nucleotide nel proprio DNA, più precisamente “RS 3057”. Si tratta di un gene piuttosto comune: circa il 31% della popolazione (di cui la metà formata da asiatici, perché usano una lingua tonale) lo possiede. Perché allora l’orecchio assoluto non è così diffuso come dovrebbe?

Qui puoi ascoltare e guardare un assaggio di cosa significa possedere l’orecchio assoluto, GUARDA IL VIDEO

L’orecchio assoluto si sviluppa nell’essere umano nello stesso periodo in cui si consolida la lingua madre: da piccolissimi, quando il cervello filtra le informazioni sonore e registra solo quelle che gli permetteranno di interpretare e interagire in maniera autonoma con gli stimoli provenienti dall’esterno. Espondendo il bambino ripetutamente all’ascolto di tutti e 12 i suoni della scala cromatica, grazie all’ascolto di musica varia e diversificata, lo si metterà nelle condizioni di creare un ampio vocabolario sonoro che gli permetterà di decodificare i suoni attraverso nomi comuni universalmente riconosciuti (do, re ,mi, fa, sol, la, si e i relativi accidenti). Per far sì che questo avvenga però il bambino dovrà essere stato introdotto allo studio delle note.

Secondo le ricerche di Gaby Lanyi, potenzialmente ogni persona nasce con l’orecchio assoluto, ma la maggior parte della popolazione perde questa capacità dopo il primo anno di vita perché non viene data sufficiente importanza allo sviluppo del linguaggio musicale.

Il fenomeno use it or lose it è il motivo per cui questa abilità può essere sviluppata solo dai neonati: nei primi anni di vita si ha l’abilità di ascoltare e riconoscere tutti i 2000 fonemi delle 6500 lingue parlate nel mondo; dopo l’ottavo mese di vita e comunque prima del primo anno, il cervello chiude quella “finestra critica” che porterà il bambino a dedicarsi solo all’apprendimento della lingua madre che lo circonda, e il numero di fonemi riconoscibili si ridurrà proprio in base alla lingua localizzata. Questa chiusura avviene anche nel linguaggio musicale. 

 

Se leggi questo articolo e sei un insegnante di musica, premi play sul player qui sotto: in questo video puoi approfondire l’argomento anche per i tuoi allievi di musica.

 

2. Cos’è l’orecchio relativo 

L’orecchio relativo è un’abilità che si acquisisce con la pratica musicale, e permette di derivare l’altezza (assoluta o relativa) dei suoni partendo da un contesto o da una nota di riferimento. Per esempio, data la nota LA, di cui si è ascoltata la frequenza assoluta, è possibile  ricavare l’altezza assoluta della nota DO, e di tutte le altre note.

La differenza principale con chi possiede l’orecchio assoluto è che senza un riferimento sonoro iniziale, sarà molto difficile (se non impossibile) arrivare a definire l’altezza assoluta della seconda nota o delle successive. 

E’ bene segnalare che potenzialmente qualsiasi persona è in grado di sviluppare un orecchio relativo soddisfacente grazie alla pratica dell’ ear training.

 L’ear training è una tecnica di esercizio e allenamento alla capacità di riconoscimento, grazie al senso dell’udito, degli elementi che compongono la musica (melodie, intervalli, accordi etc) con lo scopo di migliorare la comprensione della musica.

Per approfondire le caratteristiche tra orecchio assoluto e orecchio relativo ti consiglio la lettura anche di questo articolo.

 

 

Perchè si dice che chi ha l’orecchio assoluto è un genio?

come sviluppare l'orecchio assoluto

L’orecchio assoluto è da sempre associato alla genialità: da Beethoven a Mozart, da Bach a Frank Sinatra, sono tantissimi i musicisti che possedevano questa caratteristica e l’hanno saputa sfruttare interamente nella loro carriera. Come già citato, le caratteristiche di chi possiede l’orecchio assoluto vanno ben oltre la capacità di distinguere le altezze dei suoni con precisione, e possedere l’orecchio assoluto dà sicuramente una marcia in più per la comprensione della musica e la sua realizzazione. Per anni questa qualità è stata identificata come esempio di talento manifesto nel musicista che lo possedeva: ma il talento musicale è davvero solo riconducibile a una qualità innata?

 

Perchè è utile sviluppare l’orecchio relativo?

 

La potenza è nulla senza controllo, diceva un famoso slogan pubblicitario della Pirelli. E anche l’orecchio assoluto, ben più diffuso di quello che si pensi, rischia molto spesso di rimanere una qualità inespressa. Uno degli studi più famosi in questo ambito, l’Experimental investigation of absolute pitch, pubblicato sul Journal of Research in Music Education, evidenzia una relazione fra l’età in cui vengono intrapresi gli studi musicali e la probabilità di sviluppare l’orecchio assoluto. Ma per chi non l’ha sviluppato da piccolo, quali sono le opzioni?

Innanzitutto, sviluppare l’orecchio relativo è utile anche a chi possiede l’orecchio assoluto: la pura abilità di riconoscere le singole note con la velocità con cui riconosceremmo i colori ha poco valore se non ci aiuta a decifrare meglio la relazione tra i vari suoni e come si legano tra di loro. Questo è un passaggio spesso sottovalutato: si pensa che chi possiede l’orecchio assoluto non abbia bisogno di lavorare e ampliare le sue potenzialità relative, perchè dotato già di un plus. 

Sviluppare l’orecchio relativo permette a tutti di comprendere le relazioni con cui le note si combinano tra loro, di posizionarle in base a un particolare contesto, e in generale di decodificare e dare un senso alla musica.

 

Come sviluppare l’orecchio relativo

Orecchio assoluto e relativo

L’orecchio relativo si sviluppa grazie a una pratica mirata di ascolto ed esercizio: attenzione però, perché non stiamo parlando di semplice riconoscimento degli intervalli melodici, a cui spesso viene ridotto l’ear training, ma stiamo introducendo la pratica ancora poco diffusa dei pattern tonali.

I pattern, intesi come gruppi di suoni costruiti in relazione a un contesto, sono la base per l’addestramento metodico dell’orecchio relativo. I pattern sono i vocaboli della musica, le parole attraverso cui ci esprimiamo musicalmente e riusciamo a decifrare un contesto sonoro. In questo brevissimo video puoi trovare un esempio pratico di cosa sono i pattern, GUARDA IL VIDEO DEI PATTERN

L’allenamento dell’orecchio relativo tramite l’esposizione ai pattern può iniziare da piccolissimi, attraverso corsi di musica specifici basati sulla Music Learning Theory di Edwin Gordon, che permettono di instaurare un dialogo musicale tra il bambino e il suo adulto di riferimento, e che lo aiutano a costruire un vocabolario musicale ampio e diversificato grazie all’ascolto di musica costruita sugli Archetipi Musicali.

Anche l’utilizzo di un sistema di notazione diverso da DO FISSO, è utilissimo nello sviluppo dell’orecchio relativo: il sistema della TONICA MOBILE, meglio conosciuto come “DO MOBILE”, è un approccio alla notazione ancora poco diffuso in Italia ma molto utile per comprendere le relazioni fra i suoni. E’ uso comune pensare che le persone che possiedono l’orecchio assoluto non possano utilizzare questo sistema, ma è una credenza sbagliata. 

Come sviluppare l’orecchio relativo se sei un adulto?

Come abbiamo visto, è impossibile sviluppare l’orecchio assoluto per un adulto che non abbia attivato questa percezione da piccolissimo. Ma nulla è perduto, anzi! Lavorare sull’orecchio relativo apre tantissime possibilità di apprendimento musicale e di conoscenza di sè.

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Spero che questo articolo abbia risposto ai tuoi dubbi su orecchio assoluto e orecchio relativo: torna a trovarmi perchè pubblico settimanalmente qui sul blog articoli per migliorare il tuo rapporto con la musica.

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Mi conosci già?

Sono Marta, Una Maestra di Musica, e sviluppo il potenziale musicale delle persone attraverso un approccio naturale e intuitivo. Sulla mia pagina instagram Una Maestra di Musica trovi contenuti ogni giorno per migliorare il tuo rapporto con la musica!

Chi sono

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Mi chiamo Marta, e sono Una Maestra di Musica.
Nella vita, coltivo piccoli semi di musicalità: in tutti i bambini e le famiglie che passano da Musindòe negli insegnanti ed educatori attraverso la formazione.

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