La parola della nostra giornata musicale di oggi è #curiosità
Cosa significa essere curiosi, in musica? Sperimentare ascolti nuovi, lanciarsi in qualcosa di mai fatto prima (come imparare a suonare uno strumento, ad esempio)? La curiosità ci porta sicuramente a delle scoperte nuove. Essere curiosi anche nei propri confronti: capire sempre come migliorarsi. Per te ho preparato queste piccole domande/risposte su come il bambino apprende la musica, sperando stimolino la tua curiosità e la tua voglia di sapere.

(Albert Einstein)
Come sai, la mia formazione arriva dalla Music Learning Theory di E.Gordon, e negli anni ho svolto tutto il ciclo di formazione per diventare insegnante Accreditato, in Italia (Aigam, Audiation Institute) e all’estero con importanti docenti internazionali (Marilyn Lowe, Dina Alexander, Christopher Azzara, Marisa Perez).
Più che parlarti della Music Learning Theory però, oggi mi piacerebbe spiegare perché le teorie di Gordon sono state così importanti nella conoscenza del modo in cui il bambino, e soprattutto i piccolissimi, apprendono la musica.
La Music Learning Theory è infatti una teoria (e non un metodo, e neppure un marchio!) dell’apprendimento musicale elaborata dal prof. Edwin Gordon in America, attraverso anni di ricerche e studi, che spiega in che modo l’essere umano apprende la musica. Edwin Gordon ha realizzato la sua grande intuizione spiegandoci in che modo l’essere umano apprende il linguaggio musicale. Così come il bambino ascolta i genitori parlare a lui in modo amorevole, relazionale (e anche in modo molto complesso!), e “impara” a parlare, così nasce la necessità di esporre il bambino alla musica cantata, poiché i processi di apprendimento della musica sono molto simili a quelli di apprendimento del linguaggio. Il bambino comincia così, come avviene per il linguaggio, ad elaborare un proprio “pensiero musicale” interno.
Ti sei mai chiesta come apprende la musica il bambino?
L’essere umano apprende la musica secondo processi simili a quelli di apprendimento del linguaggio, e cioè attraverso una piramide composta da 5 vocabolari:
- ASCOLTO –> ASCOLTO della musica
- PENSIERO –> PENSIERO in musica
- PARLATO –> CANTATO
- LETTURA –> LETTURA MUSICALE (da spostare nell’avvicinamento allo strumento in fondo alla piramide di apprendimento, e non al primo posto come avviene nell’insegnamento tradizionale!)
- SCRITTURA –> SCRITTURA MUSICALE (idem!)
Ed ecco qualche domanda e risposta per aiutarci a capire come apprende la musica il bambino.
Perchè cominciare così piccoli? Cosa apprendono realmente?
Il periodo tra 0-18 mesi per l’essere umano è il più ricco sotto il profilo dell’apprendimento: pensiamo infatti a quante cose imparano i nostri bambini in meno di un anno di vita. Offrire loro la possibilità di avvicinarsi alla musica fin dai primi mesi accresce illimitatamente il loro potenziale personale di sviluppo musicale. Inoltre, la capacità di attenzione, l’intensità che mettono nel fare una cosa, non sarà mai pari in nessun altro momento della vita futura dei nostri piccoli.
L’ attitudine musicale è un fattore innato nell’essere umano: tutti la possiedono, al momento della nascità (chi alta, chi media e chi bassa: così è per tutte le attitudini artistiche) ma ognuno di noi la possiede.
Ne deriva che tutti hanno la possibilità di fare musica: scopo di avvicinare i bambini alla musica così piccoli non è creare dei piccoli geni musicali, ma fornire le basi per comprendere la musica nel suo significato più profondoe più utile all’animo umano, anche al pubblico che poi l’ascolterà.
Perché favoriamo la musica senza parole?
Utilizzare canti melodici e ritmici senza parole, uditi direttamente dalle voci di insegnanti e genitori con sillabe neutre come PAM o BAM, accresce enormemente l’apprendimento. Questo perchè il linguaggio è predominante nella vita del bambino, sotto ogni aspetto: se utilizzassimo le parole, si concentrerebbe solo sul linguaggio, e cesserebbe il fine, che è invece l’aspetto musicale. In questo modo il bambino si concentra sulla musica, approfondisce ogni aspetto e sperimenta. Inoltre, l’utilizzo di sillabe come Pam o Bam, favoriscono la scoperta per il bambino della propria voce “cantata”: il bambino piccolo non ha la stessa conformazione interna dei muscoli vocali di un adulto, e nemmeno la stessa estensione. Le sillabe PAM e BAM favoriscono un corretto utilizzo della voce, nel rispetto della struttura fisica del bambino.
Perchè il movimento è libero e non strutturato?
Un’altra intuizione fondamentale di E.Gordon è che la musica sia anche nel corpo (“Il corpo conosce prima che la mente comprenda”), e questo concetto è fortemente espresso dal termine AUDIATION, che rimanda ad un concetto uditivo e motorio. I bambini vengono lasciati liberi di esplorare lo spazio, ognuno secondo il proprio sentire: sarebbe più indicato infatti non chiedere ai bambini di battere le mani o eseguire determinati movimenti stereotipati, ma lasciare libera esplorazione anche della stanza.
Perché favorire la voce al posto degli strumenti musicali?
In verità con il canto si utilizza uno strumento: la voce. Essa è l’unico strumento che possiede anche il bambino: lo possiede internamente, lo esplora. Un bambino piccolo (vale anche dai 3 anni in su) non avrebbe le capacità fisiche per suonare uno strumento, quindi si utilizza uno che è proprio, e che anche gli adulti possono esplorare con lui.

Varietà nelle scelte musicali, e il ruolo del silenzio.
La musica proposta al bambino dovrebbe avere queste caratteristiche: brevità, complessità, varietà e ripetizione.
- Brevità, nel senso di afferrabilità: il bambino deve essere in grado di percepire l’identità del brano proposto;
- complessità: non nel senso di complicatezza, ma di offerta di risoluzioni tonali diversificate;
- varietà: di modi e di metri, perchè è stato dimostrato che il bambino apprende maggiormente su una varietà di proposte (es: distingue meglio i colori se li conosce tutti, non se conosce, ad esempio, solo il rosso);
- ripetizione: perchè il bambino possa sviluppare una familiarità con i canti, e stabilire dei “contesti”. L’obiettivo sarebbe instaurare un un dialogo musicale con il bambino, fatto di ascolto e proposte vocali. Il silenzio è essenziale per lasciare che l’audiation si attivi: nel silenzio, qualcosa nasce, e il bambino ha il tempo di elaborare il suo pensiero musicale (silenzio che nella nostra società è così poco abituato ad avere intorno).
Qual è il nostro ruolo di adulto nell’apprendimento musicale del bambino?
Il ruolo dell’adulto nell’apprendimento musicale è importantissimo: ci rendiamo modelli di musica, per favorirne in modo relazionale l’apprendimento. Il bambino apprende laddove c’è relazione, e possiamo renderci modello di musica sia nel corpo che con la voce. Gli accompagnamenti servono inoltre a creare l’ambiente musicale in cui il bambino si immerge, e permettono all’adulto di partecipare attivamente all’incontro musicale.
Rispettiamo i tempi di apprendimento di ogni bambino…
Ogni bambino ha i suoi tempi di apprendimento, ed è fondamentale rispettarli. I bambini affrontano diverse fasi nell’apprendimento del linguaggio, che sono di appropriazione del linguaggio, ma anche di negazione (ciò avviene anche per il linguaggio). E’ bene ricordare che sono tutte delle fasi, che possono dipendere da diversi fattori, ma che ognuna di esse è fondamentale per il raggiungimento della famigliarità con il linguaggio musicale, e che verrà presto superata per lasciare il posto alla successiva.
Niente di più vero!